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venerdì 28 gennaio 2011

Primo seminario «QUALE GIUSTIZIA?»

Introduzione del presidente Moreno esposto 

Spoleto, 22 gennaio 2011

Benvenuti e grazie della vostra partecipazione quest’oggi al 1° seminario della Scuola Umbra dal titolo «Quale Giustizia? Ruolo della magistratura nella crisi italiana». 
Innanzi tutto, cos’è la Scuola Umbra: intende essere un movimento filosofico, culturale e di riflessione politica, è costituita da persone che provengono da diversi vissuti esperienziali – lavoratori, studenti, attivisti del volontariato – e da diversi percorsi politici – marxisti, anarchici, anti-imperialisti, attivisti per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni. Quello che ci ha unito nella Scuola Umbra è l’esigenza comunemente avvertita di elaborare un nuovo progetto teorico complessivo, una nuova filosofia della politica e della società, che ci consentano di comprendere il mondo in cui viviamo, dotandoci degli strumenti per trasformarlo, avendo già notato che gli attuali strumenti di cui disponiamo spesso sono inadeguati rispetto al passato.

Per questo primo anno di attività abbiamo pensato un “Seminario itinerante” in diverse città dell’Umbria, incentrato su alcune tematiche a nostro avviso tra le più importanti su cui riflettere e confrontarci.

Svolgeremo nei prossimi mesi seminari su “crisi dello Stato-Nazione”, “mutamenti geopolitici”, “crisi economica mondiale”, “ambiente e alternative allo sviluppismo capitalista”, “nuove composizioni di classe e nuovi soggetti rivoluzionari”. [VEDI elenco locandina presente incontro]

Per la fine di quest’ “anno politico”, in estate, stiamo programmando anche una festa in cui, oltre a creare socialità, potremo approfondire le tematiche sviluppate nel percorso seminariale, e magari riflettere su quali questioni intendiamo confrontarci insieme l’anno prossimo.

Chiaramente non viviamo in una “torre d’avorio” parlando di universali, ma intendiamo discutere dei fatti di attualità e impegnarci nelle lotte che si sviluppano intorno a noi. Ad esempio la sollevazione di popolo del 14 dicembre a Roma, per il suo portato ci ha spinto a svolgere un incontro extra-seminariale (quindi ulteriore rispetto ai sei incontri da tempo programmati per quest’anno) la settimana scorsa a Perugia, ad un mese esatto dagli eventi di Roma.

Venendo alla giornata di oggi. Perché un incontro che affronti il tema della Giustizia e del giustizialismo? Questo incontro è stato programmato prima che scoppiassero gli scandali che stanno in questi giorni coinvolgendo Berlusconi, dominando la scena politica e l’agenda dei media.

Ma d’altro canto queste breaking news sono la conferma di un problema esistente e che avevamo perciò ritenuto di affrontare.

Nella crisi economica e di civiltà che sta attraversando il mondo e l’Occidente, s’inserisce con le sue peculiarità la «crisi italiana»; crisi italiana che anche nel sottotitolo di questo incontro abbiamo definito senza alcuna ulteriore aggettivazione per indicarne la sua natura complessiva e generale: è crisi economica, sociale, politico-istituzionale, etico-morale. A sua volta in questa crisi, a testimoniare questa crisi, s’inserisce lo scontro intestino tra poteri dello Stato.

Non dobbiamo dimenticare infatti che la magistratura è per definizione uno dei tre poteri dello Stato, quello giudiziario, a fianco di quelli esecutivo (Governo) e legislativo (Parlamento). Allora, se un tempo marxianamente s’individuava nello Stato nel suo complesso il “comitato d’affari della borghesia”, a cui dicotomicamente contrapporre una forza extra-istituzionale (il soggetto rivoluzionario), og è un dato che cospicui settori della “sinistra” – poi lasciamo perdere che questo termine meriterebbe tutta una discussione a parte – preferiscono prendere parte alla vita politica schierandosi con una delle parti nello scacchiere delle lotte intestine intra-istituzionali.

Altra riflessione, di non secondaria importanza, è notare come in molti casi alcuni PM che parlano di “difesa delle libertà civili” quando indossano i panni dell’anti-berlusconismo, poi siano gli stessi che attuano azioni repressive contro militanti e attivisti per le loro idee politiche; e oggi ce ne parleranno più approfonditamente chi sta subendo sulla propria pelle un teorema giudiziario volto a reprimere quello che pensa, così come chi si è trovato da avvocato a difendere assistiti imbrigliati in situazioni simili.

Passando, appunto, ai relatori:

· Giuseppe Pelazza, avvocato penalista, difensore di molte vittime di persecuzione giudiziaria per motivi politici, impegno che l’ha portato a sviluppare una particolare attenzione alla legislazione speciale in particolare ai reati associativi come il 270Bis, e perché e come dispositivi lesivi dello Stato di diritto, pensati come emergenziali, siano invece diventati permanenti

· Michele Fabiani, autore di “Sperimentiamo l’Anarchia” e de “Il Razionale e l’Assurdo” [VEDI banchetto per chi volesse acquistarli, anche altri libri], vittima di un teorema giudiziario conosciuto con il nome di “Operazione Brushwood” orchestrato dal Comandante dei ROS Giampiero Ganzer.

Due comunicazioni prima di cominciare:

· Vi pregheremmo di dare un piccolo contributo economico per coprire i costi della sala che abbiamo prenotato

· Vi comunichiamo che dopo la conferenza questa sera nella sede di Casa Rossa, loc. "Le Casette", si svolgerà una cena di sottoscrizione per le spese penali per quanto riguarda il processo Bruswhood, che vede imputato fra gli altri anche uno dei nostri relatori, Michele Fabiani. Con l'occasione invitiamo i partecipanti al nostro incontro a proseguire la serata insieme, contribuendo a questa raccolta fondi e approfittando dell'occasione per proseguire le nostre discussioni politiche e filosofiche intorno ad un tavolo.

[PAROLA AI RELATORI]

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